Uova fecondate da allevamento biologico
Preferire le uova fecondate deposte da galline allevate in aziende agricole con la presenza del gallo vuol dire alimentarsi con uova feconde. Alimentarsi con uova prodotte da allevamenti industriali vuol dire nutrirsi con uova non fecondate. Utilizzare per l’alimentazione umana uova fecondate significa ritornare al consumo delle uova come normalmente venivano usate nell’alimentazione umana fin dalle epoche primitive, quando erano raccolte dai nidi sugli alberi o dai nidi degli uccelli acquatici sulle rive dei fiumi. Solo da circa 40 – 50 anni è praticamente scomparso l’uso alimentare dell’uovo fecondato. Circa mezzo secolo fa in tutte le aree rurali erano presenti i raccoglitori di uova che settimanalmente passavano in tute le fattorie per raccogliere le uova che era la merce di scambio delle massaie per l’acquisto di beni di prima necessità.
Uova fecondate nell’alimentazione umana
Non è stata valutata finora la conseguenza di questo drastico cambiamento dell’alimentazione umana, provocato dalla carenza di un ormone basilare nella vita di tutti i popoli: il testosterone, l’ormone maschile per eccellenza, importante in tutte le fasi della vita umana, sia nell’età giovanile, come in quella della maturità e della vecchiaia. Oggi si può senz’altro dire che c’è una carenza enorme di questo ormone maschile nella alimentazione umana e contemporaneamente un eccesso di estrogeni – gli ormoni femminili – di varia provenienza, di cui l’uovo non fecondato ne è parte importante.
Gli ormoni
Considerando l’anatomia dell’ovidutto della gallina, ricordando che la sua lunghezza è di circa 60 – 70 cm, tutto raggomitolato, si osserva la presenza ogni 10 cm circa di “saccule spermatiche”, la cui funzione è di punto di ristoro per il lungo percorso degli spermatozoi, in cui anche la gallina riceve parte del testosterone che poi riversa al futuro pulcino. Inoltre nella fase di risalita gli spermatozoi che non giungono a destino nel viaggio fino al calicetto in cui avviene l’ovulazione e la fecondazione, non vengono espulsi, ma sono recuperati con la loro carica ormonale e inglobati nel chiaro d’uovo, ma sopratutto nel tuorlo.
Ricordiamo che il pulcino al momento della nascita riceve come scorta alimentare il tuorlo, che sarà assorbito nei 3, 4 giorni successivi alla schiusa; è importante osservare la capacità del pulcino di correre e fuggire a ogni pericolo nei primi giorni di vita. Questo comportamento è legato alla presenza del testosterone nel loro corredo ormonale.
Dove si usano le uova fecondate
L’attuale indirizzo della produzione di uova fecondate da allevamento intensivo o in batteria si rivolge prevalentemente ai centri di sgusciatura e di trattamento degli ovoprodotti; solo in parte la produzione degli allevamenti è destinata al consumo diretto attraverso la grande distribuzione. Il grosso della produzione di uova viene destinato all’industria delle paste alimentari, dell’industria dolciaria; dei prodotti da forno, quali biscotti, panettoni … e dell’industria del freddo nei gelati. Vanno aggiunte tutte le attività artigianali del settore alimentare. Vanno aggiunti anche gli impieghi delle uova nei settori delle colle, vernici e coagulanti in settori vari.
Possibili cambiamenti
Ritornare a utilizzare uova fecondate significa ridare un valore etico alla alimentazione umana. Ricordiamo che la carenza di testosterone nella femmina – bambina – provoca una anticipazione della maturità sessuale per effetto dell’eccesso di estrogeno contenuto anche nell’uovo non fecondato, in quanto la gallina pone nel tuorlo ciò che essa ha in abbondanza, il suo estrogeno. L’anticipazione sessuale produce una predisposizione a sviluppare con l’età forme tumorali all’ovaio e all’utero. Il consumo di uova non fecondate provoca nel maschio un ritardo della maturità sessuale con persistenza dell’ormone della crescita e la formazione di caratteri femminilizzanti. Inoltre anche nell’età adulta permane una persistente incapacità a procreare legata alla aspermia o alla riduzione numerica degli spermatozoi.
Si nota inoltre dal punto di vista psicologico l’incapacità alla resistenza alla fatica, alla sopportazione del dolore, alla labilità nelle decisioni, all’incostanza del comportamento, all’indecisione nelle scelte, alla deriva di una società vissuta nella mollezza, o piuttosto di una popolazione alimentata in modo non idoneo, forse contro natura.
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Fonte: Biozootec