Un pascolo seminaturale per il pollame
Innovazioni di processo per ottenere prodotti competitivi e sostenibili
Consigli, indicazioni, suggerimenti ed esperienze su come allevare correttamente gli animali domestici e selvatici nel rispetto del loro benessere, dell’integrità ambientali e della salubrità delle produzioni.
Il prato da destinarsi a pascolo per il pollame si è selezionato nel corso dei secoli e in ogni regione e provincia italiana costituendo habitat idonei a ospitare comunità ad elevata biodiversità animale e vegetale.
La ricostituzione di prati pascoli per il pollame ad elevata biodiversità avviene attraverso l’utilizzo di seme di specie spontanee di provenienza locale e consente in questo modo di coniugare la biodiversità con la sostenibilità. Infatti, l’impiego di materiale di propagazione autoctono soddisfa le esigenze di uso sostenibile delle risorse naturali, di continuità paesaggistica campagna-città e dall’altro favorisce la conservazione della biodiversità floristica.
Un “pascolo seminaturale” deriva da una “prateria seminaturale” e cioè un ecosistema vegetale che si è selezionato in un determinato habitat grazie anche all’assenza del pascolamento da parte dei mammiferi e dell’assenza di concimazioni che ne avrebbero alterato la composizione.
Questa “prateria seminaturale”, prende il nome di “sito donatore” e deve essere individuato nelle vicinanze del pascolo per il pollame. In genere si tratta di argini di corsi d’acqua, rampe stradali o prati abbandonati.
Tra le tecniche a disposizione, per la realizzazione di un pascolo per il pollame, il “pascolo seminaturale” è una opzione comoda e quella che, con maggior facilità, può portare a buoni risultati, consentendo di trasferire nel vostro pascolo di una buona percentuale delle specie target presenti in un sito donatore.
La realizzazione di un “pascolo seminaturale” può essere realizzata con materiale fresco (erba appena sfalciata) oppure con fieno.
Quando si utilizza la tecnica che prevede l’impiego di materiale fresco (erba appena sfalciata) per 100 metri quadrati di prato pascolo serve erba sfalciata da 100 metri quadrati di prato donatore: rapporto 1 a 1.
La tecnica prevede lo sfalcio di erba verde, al momento di massima fioritura, garantendo un contenuto in seme dello 0,2-2% sul materiale totale e viene tagliata quando la prateria è nello stadio di maturità del seme. La quantità di seme raccolta dipende dal tipo di vegetazione e dall’epoca del taglio. A differenza della tecnica del fieno, le condizioni meteorologiche all’epoca del taglio influiscono poco in quanto l’erba viene portata subito sul vostro pascolo. Le attrezzature per il taglio sono la barra falciante o la falciatrice rotante. La biomassa tagliata viene caricata e trasportata con carro autocaricante sul vostro pascolo dove viene cosparsa a mano o con spandiletame. Evitando la fienagione le perdite di seme si riducono al minimo e l’efficienza di raccolta risulta essere fino al 100% della produzione raccoglibile. Inoltre, visto l’uso immediato, il metodo non presenta limitazioni per l’epoca di taglio. Altri vantaggi sono la facilità del reperimento delle attrezzature, comuni nella maggior parte delle aziende agricole e di uso economico, il basso impatto sul sito donatore e il doppio uso del materiale, sia come materiale di propagazione che come materiale pacciamante. Tra gli svantaggi si ha il maggiore ingombro dei materiali che devono essere trasportati senza che siano stati essiccati. Inoltre, l’erba verde come tale non può essere conservata ma deve essere trasportata subito sul vostro pascolo.
Quando si utilizza la tecnica che prevede l’impiego di fieno per 100 metri quadrati di prato pascolo serve una quantità di fieno ottenuta da 200 metri quadrati di erba sfalciata dal prato donatore: rapporto 1 a 2.
Questo metodo è utilizzabile per tutti i siti donatori e il pascolo per galline quando sia necessario conservare a lungo il materiale di propagazione che viene utilizzato nei mesi invernali e primaverili quando c’è scarsità di materiale fresco dal sito donatore. L’erba tagliata non viene subito raccolta, ma essiccata e rivoltata in campo per 1-3 giorni. Il fieno ottenuto viene poi usualmente imballato o caricato come materiale sfuso. Può essere usato subito dopo la fienagione o dopo un periodo di conservazione.
Il fieno contiene dallo 0,2 al 2% di seme. Rispetto al precedente, questo metodo presenta efficienza di raccolta medio-bassa (30-50% del seme raccoglibile), dovuta alle perdite di seme durante la fienagione. Anche se il volume da gestire rispetto all’erba verde è nettamente inferiore, la quantità di biomassa richiede macchinari pesanti per la movimentazione. D’altro canto il materiale distribuito sul pascolo per galline svolge anche funzione pacciamante. Tra i vantaggi della tecnica si deve considerare la normale disponibilità nelle aziende agricole delle attrezzature necessarie. Inoltre tutte le operazioni possono essere svolte dallo stesso agricoltore che gestisce il prato per la produzione del foraggio. Un vantaggio aggiuntivo rispetto al metodo dell’erba verde è la possibilità di conservazione del fieno. Il sito donatore e il pascolo per galline possono anche essere distanti tra loro e il restauro avvenire in un momento diverso dalla raccolta. Si deve però tenere in considerazione che la conservazione del fieno avviene a temperatura ambiente, perciò la germinabilità del seme contenuto non si mantiene a lungo ed è consigliabile l’utilizzo del fieno entro l’anno.
Fonte: biozootec.it