Agricoltura biologica italiana nel 2016
L’ agricoltura biologica italiana ha mostrato una maggiore dinamicità rispetto al passato. Alla crescita della domanda nazionale, ormai in aumento da 11 anni consecutivi e in linea con quanto si verifica in diversi paesi del mondo; si è aggiunta quella piuttosto sostenuta dell’offerta, essendo sensibilmente aumentata la superficie biologica e in conversione rispetto al 2014.
Un cambiamento inedito ha riguardato anche la geografia relativa all’ agricoltura biologica italiana: i dati 2015 relativi agli operatori del settore evidenziano un nuovo equilibrio riguardo alla distribuzione territoriale degli operatori, con i trasformatori prima dislocati soprattutto al Centro-nord. Ora sono concentrati nelle regioni meridionali e insulari, tradizionalmente area di polarizzazione dei produttori biologici.
Alcuni dati oggettivi
Mentre anche altri indizi di evoluzione del settore – non sempre positivi – emergono dalla lettura di questa edizione di BIOREPORT; un segnale di stabilità proviene dai risultati della conduzione delle aziende biologiche. I dati RICA , infatti, confermano per queste ultime una redditività ancora una volta più elevata rispetto a quella delle aziende convenzionali, grazie al minor impiego dei mezzi tecnici e a una spiccata propensione a diversificare le fonti di reddito aziendali a fronte di una minore produttività della terra e del lavoro.
Con specifico riguardo ai costi correnti, è opportuno segnalare la crescita del consumo di fertilizzanti e fitofarmaci ammessi in agricoltura biologica. Purtroppo non ne è noto l’effettivo impiego nelle aziende biologiche. Tali prodotti vengono utilizzati ugualmente in convenzionale. Aumenta anche la superficie destinata alla produzione di sementi biologiche certificate; pur rimanendo esigua . Tale da non poter soddisfare la domanda, situazione che comporta frequentemente l’impiego in deroga di sementi non certificate come biologiche.
Fonte: biozootec.it